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Il Cane (+ Muleta + Russos dj set)

Tetris – Trieste – Premiere Live “Risparmio energetico” Tour!

E siamo arrivati alla prima dal vivo di questo secondo capitolo de Il Cane; che dire, se non che è un sacco che lavoriamo come dei matti fra booking e ufficio stampa per pianificare tutto quello che succederà più o meno nei prossimi due/tre mesi, dunque, ogni volta che si arriva a questo punto di “partenza” si è inevitabilmente già proiettati dentro a quello che dovrà succedere (in questo caso) verso la primavera inoltrata. A Udine si è suonato a dicembre, dunque l’idea di inaugurare il tour nella seconda casa triestina alla Librio mi da un’ottima sensazione. La scaletta della serata (oltre ai gloriosi fratelli Russo in consolle) viene all’ultimo arricchita dalla fortunata apertura dei Muleta, (gruppo parallelo del Teno dei Melt) e da una speciale intervista uscita in giornata sul Piccolo sempre grazie ad Elisa Russo. Ho cercato di invitare un pochino tutti e le sorprese, dopo un buon lavoro di promozione, ovviamente non mancano. Fra Metano e pippe varie il Pierascador e Kyuss passano a prendermi a Udine con un’ora di ritardo, come i Muleta arriveranno per il check appena verso le nove, ma siamo a cavallo, lo staff del Tetris (un attimo cambiato dalle scorse volte) è preparato sia ai ritardi che ai volumi ciccioni sul palco, dunque la portaerei di fusti e piatti di Caio non spaventa nessuno, anzi riusciamo subito a trovare un volume di basi, basso e batteria decisamente importante. Fra le varie apparizioni di amici e sconosciuti, il tempo vola e dopo una pizza e un caffé con grappa e amari, i Muleta sono già operativi on stage. È il momento delle somiglianze, Teno sembra sempre di più Jovanotti, Davide mi ricorda Egle con le basette e il battero il chitarrista dei Fugazi eh eh! Spaccano, nulla da dire, non vedo l’ora questo mese di fare le altre date assieme. Sono un pochino nervoso, entro mezzanotte si deve chiudere i gigs per i vicini spacca palle, per continuare poi con il dj set. Alle 23.20, salendo sul palco con quella di fare un set ristretto, mi accorgo solo dopo un attimo, che il Pierasco ha messo il mio accordatore in assetto manuale, dunque sto accordando la chitarra alla capo di cazzo ah ah! No problem, falso allarme, riassesto tutto e in un batti baleno si è già finita “Nero”, l’intro ormai marchio di fabbrica del Cane che tanto funziona ed emoziona sia sopra che sotto al palco. Non ho la scaletta, l’idea di farmela suggerire da Caio brano per brano mi distrae a palla, ma c’è un buio fottuto, so che è nella custodia della chitarra, ma non vedo quella, come gli accordi, come la gente in prima fila. Proseguiamo, durante il check speravo che con la sala piena sparisse un attimo di rimbombo e potessi sentire meglio la voce, invece cambia di poco, me la faccio alzare, ma partono larsen, dunque ritorno alle origini e passo il concerto a strillare con la bocca modello pompino sul 57. Sono teso, ma sento che la baracca funziona, siamo precisi, non sono così simpatico nelle presentazioni delle canzoni, ma forse questo concentra i presenti di più sui brani e quando tagliamo due canzoni per il ritardo e chiudiamo con la lisergica “Dune” mi rilasso, cosciente che anche questo giro ci siamo portati a casa la pagnotta. Ma il lavoro non finisce, devo fare merchandising (non ho alternative goderecce), tutti ballano nella stanza stra buia, è impossibile fare il banchetto come andare in giro a fare l’uomo delle rose. Prendo birra e vodka e mi piazzo in cassa in entrata, passaggio obbligatorio del locale: funziona e in un’ora riesco a piazzarne un bel po’ con grande sorpresa anche di quelli dello staff, che mi chiedono scherzando se ho voglia di dargli una mano nei prossimi giorni al locale. Non mancano le grasse risate in cassa con Il Carli, Nina, Paola Mamma, Mariano con Iussundur ed Enrica (che tra l’altro mi riporteranno a Udine dopo… grazieee), cugino produttore Mattia con Alessandra (cazzo mi ricordo il suo nome!!), Stefanino, il Pilia medio (missione compiuta per il lay out del disco di Honey con il fratello Lorenzo!!) insomma, una sazia orgia come al solito. Ricordo anche una veloce ma piacevole chiacchierata con la cugina Elisa sulla scena indie e (neanche a farlo apposta) su quante certe nuove giovani realtà si “prendano troppo sul serio” e un importante aggiornamento con la Elena sul fantastico e decisamente ormai frantumato “immaginario giordie” che a volte riappare come un fantasma per lo sporadico ma inevitabile ritorno di “qualcuno” all’ovile Pordenonese. Ora, tutto tranne che in totale “risparmio energetico”, vado a vedere gli Zen e a spararmi un sabato sera pordenonese credo dopo anni. Grazie a tutti per la splendida serata!