Riprese videoclip “Esche Vive” Aviano (PN)
È inutile che ce la meniamo, forse stiamo un attimo cagando fuori dal vaso. Sono le 2 di notte, e io e Manu siamo in stazione a Verona con quella di aspettare un treno per Pordenone alle cinque del mattino! Ci appoggiamo per un’oretta da un Kebabbaro di fronte alla stazione, ambientino caraterizzato da 5 rumeni molto ubriachi e molto molesti; la rissa è nell’aria, mi bevo una Ceres in fretta e furia e dotati di doppio saccoapelo ritorniamo a montare un matrimoniale immaginario in piena hall della stazione di Verona. Un film nel portatile ha effetto sonnifero e crediamo di dormire per due ore. All’arrivo a Pn alle 10.15 c’è un sole pazzesco ma personalmente sono troppo stanco per apprezzarlo. Il primo ad arrivare è Elia fotografo, segue la macchina con gemella Marty, Giove e nipote Niccolò e poi Djouf in treno. Il regista Andrea Banano, Roberto, l’infermiera Anna con un cane ed un amico, Enrico Novalisi, Dario datore di lavoro di Manu ci aspettano già o arrivano a rate ad Aviano. Dato che il testo di “Esche Vive” in linea di massima descrive il disagio sociale di un paziente di qualsiasi età di fronte a strutture psichiatriche come il C.S.M, la location scelta è la sala d’attesa di uno studio medico gentilmente messa a disposizione in settimana dal dott. Berto (Babbo di Enrico fungolo). Dopo una camminata alla Coop con Marty, Giove, Niccolò e Manu per fare un minimo di spesa per la squadra, una serie di spiegazioni logistiche del regista a tutti i partecipanti, attorno alle 13 entriamo nel cuore delle riprese. Il Cane e Il Fabbro sono seduti vicini, affiancati sulle sedie di sinistra da Marty e Niccolò mentre su quelle di destra da Djouf e Dario. Nella piccola stanza c’è anche la tipica scrivania per l’accettazione dei pazienti, gestita dalla simpatica e dinamica Anna, coincidenza infermiera anche nella vita. Sono distrutto, Elia documenta fotografando gli attori sul set, e non resiste alla tentazione di postare in diretta su facebook una foto del sottoscritto addormentato su una sedia in piene riprese. Manu canta in loop la canzone al doppio della velocità, io cerco di seguirlo con i cori del ritornello, e principalmente nelle prime ore cerchiamo di portarci a casa tutte le riprese con le comparse in modo da poterle liberare il prima possibile. I momenti divertenti nell’armonia di questo sabato pomeriggio di fronte alla camere sono numerosi: un Fabbro il quale alzandosi in piedi in teoria dovrebbe spaventare Niccolò ma invece ottiene solo un boomerang di sazie risate di mio nipote, oppure il suo lancio delle pillole per aria, seguito da una sua crisi di nervi molto da freak gestita con un potentissimo placcaggio della minuscola ma operativa infermiera Anna. Sono più sereno e felice del solito, con il fatto che nessuno de Il Mercato Nero si riprenda neppure le spese di viaggio dalle date che sto chiudendo e il fatto che i ragazzi del video (come ad es. Elia) lavorino per il momento a gratis, a breve dovremmo avere i soldi per la stampa e l’ufficio stampa di “Società Drastica” (possibile titolo dell’album), seguiti pure da un videoclip, goal de Il Mercato Nero prefissato appena lo scorso febbraio post mastering a Frisco anticipato gentilmente da Davide ed Enrico dei Morti. Next week si riparte con i Muleta e giro a Roma con cugina Chiareti, anche il video del primo singolo “Maledizione” della terza creatura de Il Cane.