Labas Occupato – Bologna
Partono le prime due date de Il Mercato Nero con gli amici e miei colleghi su Matteite records, Muleta. Il passaggio alla Resistenza e l’inevitabile festino ferrarse di mercoledì, determina nel sottoscritto la necessità di risparmiare tutte le energie per le prove bolognesi de Il Mercato del giovedì. Non a caso post rehearsing e cena super squisita nello splendido nido di Chiara ed Egle, muoio sul loro divano ricaricandomi a serie tv tipo Homeland in modo concreto. Venerdì passiamo la mattinata e buona parte del pomeriggio a continuare a provare il set, nella speciale sala prove in campagna (dove si appoggiano fra i vari anche i Massimo Volume) e quando sono le 18.30 siamo in attesa dei Muleta alle ex caserme Masini di via Orfeo in zona Santo Stefano. Il gancio con il collettivo “stalinista” di Bologna e dunque tutto l’happening, sono esclusivamente la Nena e nostri amici Ferraresi della Resistenza. Le motivazioni politiche diventano parte di un evento culurale e viceversa, e la loro sinergia lo strumento per promuovere e credere in una causa e un evento, in questo caso “anche” il nostro concerto. Le caserme sono immense e al momento sfruttate solo in una piccola parte. C’è un’ala studio molto carina, Sancho il dolcissimo labrador nero più lazy di tutti, che ogni tanto corre per l’infinito giardino interno che (a rischio parcheggio) sta venendo trasformato in un importante orto sociale per coinvolgere maggiormente il quartiere; seguono ad es. le due sale concerti (soprattutto la nostra) dove mancano soldi per insonorizzarle, dunque quando montiamo le due piccole casse dell’impianto in prestito dal Tpo e tutto il back line dei Muleta sul nuovo palco (fresco di tre giorni per l’occasione) siamo un attimo in difficoltà per il rimbombo mostruoso. Ma il Turko fonico e logista è operativo e rilassato come tutti i Muleta, e sulla legge chi fa da sè fa per tre, riesce a trovare un “compromesso” audio con tutte e due le band mentre qualcuno del collettivo domanda in loop se per cena va bene della pasta al pesto e in giardino girano delle griglie con della scarnazza. Verso le 21.30 incominciano ad arrivare più o meno tutti gli amici che ho invitato personalmente in settimana e anche se in serata ci sono altri 6 eventi di gente conosciuta come i locali, non ci facciamo demoralizzare e crediamo nel festino chiamato Peroni ghiacciata. Insonorizzo tutta la battera suonando piano e anche se l’ascolto è difficile e la voce guida del Fabbro non esiste, mi sento abbastanza sicuro per le svariate scalette delle ultime 24 ore. Certe cose di questa seconda data con Egle mi piacciono sia a livello emotivo che tecnico, forse possiamo togliere ancora qualcosa dalle basi, come in futuro lasciare solo le drum machine e avere un uomo agitato o una bella topa che ci suoni i sinth veramente, ma al momento quello che stiamo partorendo incominica ad avere più senso, come queste date di rodaggio organizzate dal sottoscritto esclusivamente per coinvolgere maggiormente Egle e non perderci nelle solite e noiose dinamiche promozionali tipo: si suona dal vivo solo per promuovere un disco, che nel nostro caso è bello che pronto, ma non ancora nei negozi o in rete. Al momento dei Muleta siamo tutti più carichi, ci sono un sacco di amiche come Stefy con la sua crew, Elisa, Stand by, Sadre, Nena, Ilaria Toys, Ambrina la quale a fine mercato giustamente scappa al Locomotiv dai Morti con il buon Andrea e poi Carlo Strata, Chiara di Egle e altri ancora. L’unico sistema per divertirsi e capirci qualcosa è quello di girare sotto il palco, distrarre i nostri amici on stage rubando loro le sigarette o passandogli le birre nei momenti più impossibili. Lotteria, come altri super hit Muletosi, mi spezzano in due ogni volta, come urlano loro orgogliosi: “brividi dietro alla schiena”. Imballato il mio back line a bordo palco… posso più o meno dimenticarmi della logistica del tour; dal momento in cui organizzo le date mi sono preso questa responsabilità, ovviamente con l’aiuto di tutti, e dunque siamo pronti per muoverci a piedi nelle zone limitrofe assieme al fondamentale cicerone bolognese Marco testa di Fuoco, visitando svariati bar anche anarchici e pizzerie al taglio da fattoni vicino alle 2 torri, incrociando a piedi all’andata il Fabbro a caso, mentre al ritorno Giulio Battero, il quale povero ci sta aspettando fuori dal Làbas (ormai stra chiuso) privo di cellulare e chiavi da due ore. Buona notte Sancho, Ste, Stand By, Teno, Turco, Giulio, la Zia, Nena ed Elena.