Circolo Arci Sleepwalkers – Guspini (Cagliari)
Il risveglio nello splendido nido anni 70 del Dj Davidone è perfetto. L’ultima cosa che ricordo di ieri notte è appunto una piacevolissima chiacchierata con il “rasta”, contando la sua infinita ed epica collezione di dischi ed evitando di essere travolto dalla genuina voglia d’interagire del suo bellissimo boxer. Le indicazioni per raggiungere una rosticceria per asporto sotto casa sono impeccabili, i soldi pochi, la fame mega gigante, ma la politica è sempre la stessa: mangiare come porcellini e spendere il meno possibile. Il viaggio è piacevole. Il biondo driver mi molla le sue indicazioni google e a breve siamo già avviati in autostrada fra la pioggia e il sole, stanchi, silenziosi, ma quasi sempre anestetizzati dai paesaggi bellissimi.. Sono le sei del pomeriggio, il buio non aiuta e quando siamo nelle mani dei nostri precedenti e distorti ricordi estivi, saranno gli aperitivi e i salatini dell’ osteria di Guspini da “Carlitos” a ricollegarci direttamente con i festini e la location precisa. Le indicazioni del titolare del bar, sommate alla prima biretta al volo della giornata, cambiano il mood della squadra, ma anche quello del mio stomaco estremamente sensibile: poco dopo fuori dal cancello ancora lucchettato dello sleepwalkers la mia pancia non ne vuole sapere, ho bisogno della toilette! Un pochino me lo aspettavo. Durante le scorse due edizioni dell ‘Here i stay guardando dal bar il palchetto sulla sinistra (sfruttato come guardaroba) mi sono spesso domandato: “ma come sarà suonare in un posto così piccolo ed intimo d’inverno?” La dinamica era quella prevista: la speciale Eleonora, il mitico fratello Gabri e il super Pulce coordinano un attimo intristiti un locale semi pieno a causa di una festa del vino a pochi km. Il fatto che il Moro, a detta loro, sia stato il gruppo rivelazione dell’ Here i stay non basta; un sacco d’ amici sardi disertano il campo e così il calcetto. I pochi ma buoni presenti saranno, insieme al mirto, le birete, il trucco di far indovinare alle bariste in quale mano nascondo le consumazioni, i pochi trombini, la sorella di Ambrina con un poncho nero molto bizzarro e due occhi competitivi, un concerto dinamico (ma non proprio al massimo della concentrazione), Gabri che vuole diventare cuoco, il Pierasco che sarebbe dovuto essere dei nostri in terra materna, saranno (dicevo) decisamente l’antidoto perfetto alla noia o al destino di non essere riusciti a riempire il locale. Fratelli Boi sgrassie per la dormita e soprattutto lo splendido risveglio con il sole, i panini, il verde magico e la voglia di continuare ad organizzare concerti…mitici!