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Il Moro e il quasi biondo

Sass Muss – Dolomiti contemporanee – Sospirolo – Belluno

Ultimamente il trio Manu-Lore-Mat del Moro e il quasi biondo sta crescendo in modo spontaneo e sinergetico. Il tutto è sicuramente aiutato da un rapporto umano che come obiettivo al momento non ha quello di imporsi come strumento esclusivamente per comunicare, dire coordinati delle cose assieme, cercare di fare della musica, ma bensì quello di rilassarsi durante questi sporadici concerti e di conseguenza il lavoro di prove prima della performance. Infatti siamo reduci dalla festa di compleanno di Manu a Rivarotta, ricca di un sacco di gente divertente e piacevole, ma soprattutto di un notevole quantitativo di scarnazza slovena e pregiate bottiglie di vino. L’invito a questa mostra decisamente grande di arte contemporanea è arrivato da molto come molto di recente anche il dettaglio che pure questo giro non ci sono rimborsi a disposizione e anche per il mangiare e bere le restrizioni sono al quanto determinanti: Manuel è un lord di prima categoria e con l’aiuto della zia Giovanna carichiamo due frighi di queste assolute bontà arrivando preparatissimi in meno di due ore all’appuntamento. La location è molto suggestiva: è un’ex fabbrica chimica fallita da anni e i suoi immensi e svariati capannoni sono stati adibiti a location per mostre decisamente interessanti e coinvolgenti. Appena arrivati Gianluca, il responsabile spiega seduto su una mountain bike la storia e la politica del posto e di conseguenza il succo del discorso: non abbiamo un euro da darvi… No problem ci sbolognamo il soundcheck aiutando anche il gruppo di supporto dei due fonici Paolo e la batterista sexy virtuosa Giulia e subito prima del tramonto siamo a montare una griglia per un collettivo che all’apice raggiunge tranquillamente la ventina di membri. Manuel cucina come un matto, io mi occupo dei piatti, forchette, bicchieri e tovaglioli elemosinandoli ad un bar più che diffidente perchè in realtà non responsabile della cena. La grande abbuffata come il vino riscuote successo, c’è una bella atmosfera e la stanchezza misto frustrazione per dover fare tutto con Paolo per fortuna con la panza piena, le bollicine e i 14 caffé offerti da una ragazza, svanisce. Fa molto freddo, il Moro sta congelando, io ho un maglione da ieri sera e quando ci muoviamo a vedere il primo concerto Lore sta ancora tremando. Manu non si smentisce mai e si prende pure la responsabilità di correggere e fare i suoni a Paolo e Giulia, decisamente gli unici veramente operativi e dinamici della baracca. C’è abbastanza gente, ma la ripetitività della loro musica molto diversa da quella del Moro, crea aspettative diverse, forse distrae e direziona la gente in un altro immaginario, invogliando un po’ di presenti a lasciare il loco probabilmente ignari del nuovo sound in arrivo sul binario tre. Dopo il maglione della salute per Lorenzo, una bottiglia ghiacciata di Cabernet Sauvignon piazzata vicino alla mia spia, un sazio intro di Manu alle percussioni, siamo pronti per partire scoprendo immediatamente che la prolunga delle mie cuffie buttata al centro dal Moro non ha nessuna intenzione di andare….Ce n’è sempre una… Ci scambiamo le cuffie e il concerto con le bacchette, il rimbombo naturale del super edificio post industriale alla Conan, mi spara dritto ad un festino noise anni 90… la battera suona e io ho voglia di lasciarmi andare ma suonare il più preciso possibile. L’importanza della nostra estetica in un concerto del genere è decisamente più importante del solito, la mia idea di mettere sopra la mia testa modello crocifisso uno sgabello, seguita da quella impeccabile del Lento di farci sedere sopra il coccodrillo gonfiabile, come dice il Lore, contestualizza tutti forse su Marte. La festa continua, ma prima si deve smontare tutto il backline, compreso tutto l’impianto che muove un furgoncino elettrico per ben cinque volte. Quando svuotiamo l’ultimo sono esausto e non ho neppure più tutta questa voglia di festeggiare. Per fortuna il nuovo giro di pancetta alla brace rilassa tutti (anche al momento dei saluti) e quando trovo tre coperte sul mio letto mi sento decisamente fortunato e predisposto a dimenticare momentaneamente il delirium tremens di questi ultimi due mesi. Grazie Manu e Lorenzo per i sorrisi, le semplici risate non forzate, spontanee, l’entusiasmo, strumento chiave per questa missione caritatevole.