matteite

Il Moro e il quasi biondo

GiùalNord – Udine

Il Giùalnord tutto attaccato è un locale aperto da appena un mese in pieno centro udinese nella ex mitica casa del cuoio, per intenderci quella dove da adolescente con brufolo andavo a farmi fare i buchi nelle cinture. Beppe, Tiziana, il “tassista” mio e del Cerveza (grazie), la rasata e il Jama arruolato come tuttofare sono l’affiatato e preparato team dietro il bancone. La chiave o meglio il promoter del tutto è Kevin che però purtroppo oggi è a suonare altrove; infatti è a lui che ci siamo affidati per chiudere delle date in zona, di solito preferiamo fare i chilometri e annusare il tacco della penisola piuttosto che suonare in casa, ma ucci ucci dopo che si è finito le 500 copie del primo disco mai ristampato e venduto successivamente forse altrettanti promo del medesimo, siamo pronti per registrare quello nuovo e (a parte la necessità economica) ovviamente rodare la nuova triade Moro Manu Mat! Questo è il terzo show di sabato del Giùalnord preceduto dai gloriosi Arbeiter e dal dj set di Kevin. Costruire qualcosa di nuovo in un posto come Udine e renderlo soprattutto popolare non è facile ma neppure impossibile. È una sfida, ci vuole entusiasmo e a Manuel Moro non manca come al sottoscritto se stimolato da un nuovo amico così groovy. Si è invitato il mondo, attaccato poster, spedito news, chiamato gli amici uno ad uno e la sinergia ci sta ripagando già post soundcheck, mentre vediamo entrare già tutto il giro del Viet e molti amici di amici incuriositi dal passa parola degli scorsi giorni. Il ritorno in pista del Fabbro ha mosso pure dei pordenonesi e a questo punto la gente domanda: “ma quando incominciate?”. Verso le 19.30 il locale è praticamente bombo, al bancone lavorano di brutto e il Jama in alto in console inizia a mandarci segnali tipo 3-2-1 via! È 20 minuti che cerco il Lento che incredibile ma vero finalmente trovo in magazzino a cercare di accordare la sua Gibson che forse avrebbe bisogno di un’addrizzata al manico. Le vetrate attorno al locale permettono ad un sacco di conosciuti e freaks (c’è una signora molto datata alle mie spalle che non smette di pogare) di fermarsi e assistere allo show pure dall’esterno. Il suono è buono, i rimbombi e i riverberi naturali sono assorbiti dal sold out e dalle panze alcoliche dei presenti e così al secondo brano mi accorgo di essere senza zuccheri; mi lascio andare bevo vino e mi sembra di essere duro ma senza ansie. Manuel spacca come il Lento, riassesto la cassa addrizzata in precedenza dal Moro esclusivamente per un problema estetico ma declassata poi da una pianta enorme piazzata di fronte e sono già sporco di sangue sulla Paul Smith, viva le spazzole e il Punkrock! Le reazioni mi sembrano molto buone, il set è corto ma efficace, stiamo suonando sempre di più, nel Mac di Lorenzo gira sempre meno roba e questo ovviamente lascia un sacco di libertà e spazio ai nostri svarioni finto elettronici. Vendo dei dischi come Manuel, ne regalo qualcuno e mi lancio nelle pubbliche relazioni, ma sopratutto nella sfida di vodke al balcone con tutto il team. Poco prima del rientro alla casa diocesana del Fabbro tipo verso le 22.15 succede una cosa rara, tipo che Manuel propone di riattaccare ma di improvvisare. Dopo 90 concerti non era ancora mai successo; guardo Lorenzo e butto al centro il bagaglio Jitterbugs (tra l’altro con tanto di Steve con Diego in sala) e gli sparo: “ok Man tecnica Jitter, improvvisiamo e se caghiamo fuori dal vaso e finiamo in caciara, facciamo un pezzo della scaletta…”. Il risultato è un delirio, Lore parte con un loop stortissimo, a mio avviso impreciso, ma la scuola Steve bambine ritorna: “non esistono colpi fuori tempo, esistono solo colpi suonati male ah ah!”; passo 15 minuti a cercare di appoggiarmi al loop mentre i due colleghi stanno collegati con Marte e quando ci si ritrova ad un “uno” simbolico ci beviamo un caffé immaginario al bar. Mi piace, la gente tiene botta, è più sbronza come noi e sopratutto forse ha ancora più voglia di divertirsi e partecipare, come Silvia che mi si siede accanto e filma e fotografa senza sosta. Ogni tanto appare Beppe e mi spavento convinto che ci siano problemi di volumi, in realtà ha bisogno della tanica di vino rosso che sta bloccando la mia cassa. Evidentemente la serata sta andando di lusso. Al momento dello smontaggio Manu cambia idea e al posto di portarmi con lui ad una festa a circolo chiuso, scappa in funzione di una topa, il Moro in fuga con Rachele per Codroipo, mi molla casetta per lo scaricaggio della battera e da lì a breve sono di nuovo in centro, ma Gian non arriva in Taverna e rimango fermo a bere birete come un mona in compagnia di un ultra sessantenne decisamente molto simpatico e pieno di energia. Viva la logorrea and rock’n’roll!