matteite

Il Moro e il quasi biondo

Artissima Social Club – Torino

Febbre a 38 schiacciata in 24 ore a suon di prove con il moro, Paracetamolo, vino rosso, partite a golf e tennis con la We assieme a Lorenzo, Rachele e Alessia e una dormita ridicola di poche ore che però di certo non aiuta ad affrontare questa giornata ad Artissima a Torino. Il Moro e il quasi biondo da sempre sono la band con la quale abbia mai suonato con meno logistica e curiosi problemi spazio temporali; anche se ci prendiamo avanti e cerchiamo sempre di partire con due ore di anticipo sulla tabella di marcia, succede sempre qualcosa per la quale alla fine riusciamo ad arrivare in ritardo. Questo giro le sentiamo di sana pianta da Barbuz ufficio stampa; perché le nostre prevedibili sette ore di macchina Codropio Udine, comunque non giustificano il nostro ritardo e di conseguenza il fatto di lasciarla ad aspettarci per un’ora e mezza in Piazza Gran Madre di Dio a Torino. Problematiche e attitudini diverse per il collettivo di artisti bergamaschi del (?) che decidono (questo giro per un rimborso simbolico) di invitarci a questa nuova avventura arty chiamata artissima dimenticandosi però di un piccolo particolare: l’impianto. Siamo più che imbarazzati, sconvolti. La tensione viene smorzata abbastanza velocemente quando il collettivo trova ospitalità in un locale molto più fashion e grande a pochi metri di distanza. Muoviamo tutto il backline già montato sotto la pioggia e con l’aiuto di tutti in un batti baleno siamo punto a capo nel nuovo locale. La squadra è sempre la stessa: Andrea capo mega gigante vestito con mimetica da deserto, Fiorenzo detto anche Gino Delia, Paola sosia di Alberto Verdena, le due ragazze ricciole occhialute che inverto sempre (una assieme a quello del mancato caffé della volta scorsa, l’altra quella miope come il sottoscritto ma dall’occhiale da vista finto) il fotografo talentuoso barbuto che chiamo per comodità Matteo perché sono un mona e l’altro barbuto molto gentile del quale tanto per cambiare e non per discriminazione non ho neppure il soprannome. Ho gli zuccheri molto alti, optiamo per un line check prima del gig e ci muoviamo tutti ad un greco a mangiare. Io prendo una birra e opto per rimandare cibo e di conseguenza l’insulina a dopo il concerto. Sono arrivate Chiareti e coinquilina, Postal con donna, nessun Margaret, ma il Battisti con Sara e prole; peccato che non li beccherò mai più dopo il concerto…dopo li chiamo…! Al momento dello show il locale è obiettivamente pieno di gente che si muove in giro per la sala, guarda il totale di vestiti in ordine su delle stampelle sopra le nostre teste, ha un atteggiamento finto interessato alla performance, beve bicchieri di vino a 5€, qualcuno balla, qualcuno mi si appoggia alla schiena mentre suono la batteria con il tiro tipo: ”scusa ma dovrei passare…” paradossalmente sono io l’intralcio. Le cuffie nuove di Manu mi si staccano in continuazione dall’orecchio, è un incubo, guardo Marione e il Buzz e decido di lasciarmi andare e forse per la prima volta suonare sulle basi totalmente libero, senza click ma, anche senza segnali… Il risultato è bizzarro, ogni tanto ci fermiamo assieme, ma è un amalgama ancora più psichedelica, con una scrittura decisamente meno particolare, più jam e in definitiva non mi piace il mio Vibe e sul finale lascio Lorenzo da solo con quella di far presentare il progetto e il perché dell’evento a qualcuno del collettivo ma sono scoordinati anche questo giro e nessuno si presenta, mentre il dj dopo (già dagli ultimi 15 minuti di concerto) sta deliberatamente provando dei rumori improbabili nell’impianto! La pista si riempie in un attimo di gente che vuole ballare della musica bruttona, qualcuno mi domanda se può usare la mia batteria per accompagnare una ragazza alla voce relativamente simpatica, Rachele si occupa del merchandising con Lorenzo, io schizzo con Postal + donna, Elisa, Gloria (la squadra al completo) a bere il vino rosso di Codroipo “rilassarmi in vetrina” ma, non sono troppo in bolla, vorrei fare festa ma tutti, compresa la cugina, stanno facendo risparmio energetico per il club to club di domani sera… Mi faccio pagare la mia cena in birra da Andrea mentre Manu Moro in un momento curioso spara che non è molto corretto farsi dare alcool unstead of cibo… Ed è così che una pasta supersonica alle 5 del mattino (con meditato e ritardato doppiaggio di insulina) accompagnata dalle famose Moretti e sorrisi di Chiareti, è il perfetto sonnifero per una dormita di sette ore secche!! we do rock!