Isola della Cona – San Canzian d’Isonzo (Go)
Che da ridere, sono giornate strane e decisamente piene di input…!? I due giorni di prove, nella casa di fronte a Villa Manin di Lorenzo, sono riusciti a rimettere in carreggiata il progetto e per l’ennesima volta a dargli un’estetica nuova anche se i brani in scaletta sono più o meno sempre gli stessi! La new entry nella line up è Mr.Manuel Lithium. In principio, nel lavoro di ricerca suo e di Lorenzo, avrebbe dovuto prendere il ruolo dell’ormai milanese quasi biondo Roberto ma poi, come in tutti i laboratori che si rispettino, ha naturalmente scoperto un’altra postazione, come l’ha saggiamente soprannominato la zanzara di 30 kili a fine serata: “il domatore di cavalli, il capo zoo”… Infatti, dotato di un pad supersonico, il nostro battere dal sigaro mega gigante non ha fatto altro che rullare in modo impeccabile mirati campioni di versi di animali a seconda del brano e del tipo di zoo circostante! Ma la novità della serata è che anche Lorenzo, assieme a Davide Toffolo, ha attrezzato il Coro Anni Dieci con quella di far fare ad una trentina di persone più o meno la stessa cosa: versi di uccellini, temporali e altri immaginari molto molto suggestivi. La dinamica della cosa non è stata chiara fino a quando, dopo il concerto di un duo di Villesse violino e acustica e una lettura di un ragazzo testimone al G8 a dieci anni dalla morte di Carlo Giuliani, il coro è partito mascherato da uccellini prima di tutto camminando in cerchio attorno alle persone sedute sulle sedie di fronte al palco, tra i quali pure i miei! La sensazione è bellissima; è chiaro che siamo all’aperto e nessuno di loro è amplificato dunque per il suono e la buona riuscita della cosa si deve comunque sfruttare il riverbero naturale delle pinete, le punture di zanzare, il casino delle rane costantemente in amore, (quelle che più fai casino e più ne fanno loro perché in competizione per la riproduzione della specie eh eh!). Anche il suono sul palco è ok, ma non riesco a capire cosa succede fuori a livello di volumi, se sto picchiando, se sto suonando troppo piano, un po’ come il coro che se è troppo basso non sa se la gente a dieci metri riesce a cogliere tutti gli uccellini. Finito l’intro mi accorgo a sorpresa che tutta la ciurma di trenta di loro rimane comunque dietro il palco, continuando la performance. Di solito al massimo ho un amico o qualcuno che mi passa una birra, questo giro a non passarmela sono in trenta, chiaramente visibilissimi al pubblico. Allora la no man’s land qual è sto giro? Beh semplice: quella nei due metri che distano dal mio sedere ingonnato e dal profumo di ciclamino e la prima fila del coro! Non so bene che fare, offro il mio rosso ad una fanciulla che poi scopro francese e che per fortuna mi ritorna velocemente e poi penso ma come cazzo facciamo a dissetarli tutti eh eh? ça va, il resto è stato bellissimo. La performance dura tutto il concerto e nei momenti calmi e nei silenzi fra un brano e l’altro non si capisce più se i versi sono quelli dell’iPad di Manu, del lento detto anche il paziente o quelli veri della curva alle mie spalle… dunque silenzio, sfiorare il ride con la spazzola, dare dei colpi secchi e solitari di cassa nel bel mezzo del nulla, cercare di vedere fra il pubblico se è per caso arrivata quella fava goriziana di mio cugino Marcolino. Il resto è una gran orgia di vino, birra e risate con un sacco di amici soprattutto pordenonesi che ormai incontro veramente di rado… Qualcuno inevitabilmente mi domanda come mai non suono in casa con Il Cane a Villa Manin quando tutti i friulani sono in cartellone e l’idea di passare il prossimo sabato a rispondere a tutti i conoscenti e non, mi piglia decisamente ancora più male che non suonare. Per fortuna il lavoro chiama e la mia presenza sarà ancora più difficile evitando l’happening di default! Il ritorno in macchina dalla foce dell’Isonzo è uno spasso, il lento è lentissimo, non si vede nulla, spesso affrontiamo le rotonde due o tre volte per essere sicuri di non sbagliarci, l’importante è andare piano e come dice la super Zanzara ci si vede dopo…ih ih!?