matteite

Il Moro e il quasi biondo (+Lithium)


Cas*Aupa – Udine

Obiettivamente ormai sono passati troppi giorni da questo mio 36° compleanno e successivamente anche troppe avventure, lavori, festini, forse anche delle simpatiche emozioni. Dopo precedenti tensioni logistiche con il circolo, risolte per fortuna in modo umano giusto il giorno prima di questo evento in Town, sono seguite delle prove generali con il Moro e un soundcheck abbastanza semplice, ritardato anche questo giro per il mancato imballaggio di un po’ di back line piattesco rimasto deliberatamente nel sempre più stiloso nido Commisso. Ad accoglierci, dello staff con una sazia cena a base di scarnazza, ci sono Ale, Iacopo e Michela; dopo una breve ma importante discussione con Ale, l’atmosfera sembra decisamente più rilassata. Manuel moro è un pochino stanco per il lavoro, mentre Lore con Rachele è pieno di energia e per certi versi con le sue logiche estetiche riesce sempre a creare un pochino di tensione, anche quando infila un microfono a condensatore praticamente dentro al suo timpano… ma, a mezzanotte, io e Marty facciamo 36 anni e in totale risparmio energetico non ho assolutamente cazzi di farmi succhiare tutte le energie. Quando sono le 23 decidiamo di attaccare, anche se c’è decisamente meno gente dell’ultima serata del Cane e degli Alfabox. Ho le bacchette del Moro, le mie in settimana le ho fottute definitivamente tutte scrivendo e registrando senza sosta battere per il fabbro. Non mi sento a mio agio, l’ascolto del click e dei segnali nelle cuffie è al limite (fucking sweet…) della serie non capisco un piffero, anche se l’energia è buona, non riesco a lanciarmi come al solito e spesso trovo la roba priva di dinamica o comunque decisamente poco emotiva. Il tutto è molto veloce, anche se ci sono tre brani nuovi in scaletta! Qualcuno riprende, il Cerveza fuma facendo il solito effetto fumo nella camera di Ema, ma nessuno strilla, la vittoria più bella sono decisamente i due amici di Manuel che si occupano dei visual e in teoria di missare in diretta dei filmati sul muro alle nostre spalle decisamente psichedelici e accattivanti. In un attimo di delirio, quasi fosse un loop nella performance ai tamburi della Matteite, ribalto tutto lo strumento sul pavimento per poi rimontarlo suonando, sfogandomi in pochi secondi come in un intero set da un’ora. Non mi ricordo con cosa chiudiamo, so che Lore (dopo avermi fatto gli auguri) comunica d’ufficio che usciamo per Matteite e vendiamo dei dischi al banchetto. La serata continua con i Lithium che sul più bello litigano sul palco interrompendo lo show, spaccando delle bottiglie di birra senza continuare con il dj set… ma il tutto vengo solo a saperlo a rate e da voci contraddittorie; non lo vedo perché sono al bar a spegnermi sigarette sulle mani in cambio di vodka, mangiare un toast con la twin sista, ridere con – a sorpresa – Facco barista al bancone, sbattermene delle logistiche, soprattutto quando dopo una scivolata sul pavimento del circolo con probabile incrinata di una costola, scopro pure che il Moro, finito l’imballaggio della sua roba, si è fatto pagare al posto mio. Per fortuna ci sono Alessia e Martina, smonto e carico con calma, con Iacopo gentilissimo che controlla preciso il volume della mia voce in strada nel quartiere residenziale alle 4 del mattino. Non ricordo un cazzo, proprio nulla, so che mi sono svegliato bene, operativo, pronto a festeggiare il mio compleanno in Buca, con la mia prima partita dell’Udinese finita in pareggio e una serie di gossip a scoppio ritardato riguardo a delle cose poco carine che avrebbe detto il Moro il giorno prima riguardo a Manuel e il sottoscritto, probabilmente non immaginando che poi mi venissero puntualmente riportate… No comment, ho rimosso e soprattutto ci sono già passato; quando incominceremo (con 3 anni di “ritardo”?) a scrivere un disco nuovo, forse capirò cosa vale la pena salvare, reprimere o dimenticare ovviamente e solamente se si avrà ancora delle cose interessanti da dire che potranno farci emozionare, dimenticare, infoiare, cagare, dormire, pensare, riconoscere, farci illudere presuntuosamente di essere speciali!