Circolo Arci KROEN- Villa Franca (Verona)
Ci mettiamo un attimo per trovare lo splendido circolo nella campagna veronese, ma una volta giunti a destinazione non possiamo far altro che rilassarci e goderci questa location ricca di splendide sorprese. La prima è che al mixer a fare i suoni dei Rue Royale trovo il gentilissimo Romano armato di maglietta Dailit, scoprendo così che tutto il collettivo dell’Arci Kroen è costituito da vecchie conoscenze locali. Questo rilasserà tutti di default, soprattutto alla cena, quando scopriamo che i cuochi dalla cucina buonissima e stilosa vivono quest’arte magnifica esattamente come la programmazione dei concerti, organizzando cene a tema, scambi culturali, confrontandosi prima di tutto con le persone che ricoprono di prelibatezze. Alla fase grappe scopro che la famiglia Dekker salta il giro, trovandomi così di fronte ad un assolo di piccoli ma efficaci bicchierini di vetro. Il moro e il biondo non parlano molto l’inglese, ma seduti a tavola li sento più partecipi, siamo tutti molto curiosi e anche pieni d’idee, pensiamo che potrebbe essere carino (oltre a farsi un sano week end a Venezia con il duo) registrare delle cose assieme. Bene, a questo punto arrivano dei free drink e la fanciulla dietro il bancone dice che un loro amico nord africano beve regolarmente questa pozione magica: Amaretto di Saronno, rum e birra. Mi lascio convincere facilmente e il nostro concerto cresce meglio di quello prima, anche i due nuovi brani in scaletta rendono il tutto ancora più credibile del solito. I Rue Royale sono delle macchinette e, anche se le loro canzoni si assomigliano molto, sono particolarmente belle ed è veramente facile lasciarsi andare ed emozionarsi appena si ha l’illusione di capire qualche linea dei loro testi…soprattutto quando a Brookln scappa un “ghe sboro” insegnato a cena dalla mente bischera del Matteino. U eff ou! Facciamo tardi, passiamo tutta la sera a parlare con i presenti che verso fine sembrano di più, a parte la dolce Caterina che deve schizzare presto a lavorare in ospedale. Ci addormentiamo in una stanza al terzo piano dell’edificio dotata di mitici e comodi letti a castello, scortati da un cane simpaticissimo che decide di rispondere al mio russare con una genuina abbaiata e concludere le sue presentazioni ufficiali con un sano balzo dritto sul letto dove giace alla frutta il biondo. Il risveglio sarà meglio dell’arrivo, i cuochi ci sorprendono nuovamente con un pranzo speciale e un energia veramente competitiva rispetto alle condizioni della tavolata. Bellissimo, estremamente Dailit direi. Grazie a tutti di cuore, anche ai Rue Royale che da questa mattina sono già per strada verso Salerno.