Rock Club 60 – Pradamano (UD)
Anche questo giro in casa Saigon non mancano le sfide! La missione è quella di presentare dal vivo a Udine il nostro primo EP. Dato che ad ogni concerto suoniamo i soliti otto brani arrangiati ciclicamente in modo differente, questa volta ho la sensazione che forse potrebbe essere la versione più efficace, diciamo la formula definitiva… La prova generale a Cas’Aupa, tre giorni prima del concerto, fila liscia e ci permette di mettere a fuoco pregi e difetti del nuovo set, sicuramente più rock, suonato, privo di basi e ricco d’intere parti improvvisate all’interno delle medesime canzoni. Anche se il festino del venerdì sera con la Sandre, ha decisamente tagliato le gambe al sottoscritto, quando nel tardo pomeriggio arriviamo agli anni 60, la voglia della squadra di fare un soundcheck come si deve per poi morire sui divanetti, rende tutto il lavoro pratico e dinamico. Leo fonico Saigon è sempre più bravo e rapido, ha il suo mixer, il suo metodo, oggi anche agevolato dal fatto che finalmente stiamo suonando su un palco con dei monitor concretamente potenti e definiti. Sarebbe molto comodo provare anche il brano con Lucia e proprio quando stiamo per scendere dal palco per far spazio alla band marchigiana dell’amico Giovanni, ecco che la guest appare in fondo al club. Seguono ore di stalli noiosi, colpi di sonno collettivi rallegrati dall’unica birra offerta dallo staff e dalle polaroid delle band che lanciano coriandoli, coordinati dalla gentile fotografa Zaira. Verso le otto di sera la discoteca viene momentaneamente chiusa e salutando i ragazzi dell’altro gruppo, da soli giungiamo alla conclusione che la nostra cena non è assolutamente prevista. Superiamo senza problemi l’imbarazzo sfamandoci come animali al Quadrifoglio dietro casa. Poco prima delle undici ci sono un centinaio di paganti, tutti amici che abbiamo invitato uno ad uno in settimana. L’atmosfera è piacevole, forse un pochino intristita dal fatto che salendo sul palco riceviamo due consumazioni a testa con le quali ufficialmente dovremmo affrontare tutto il resto della serata… per fortuna il babbo di Ale butta al centro due birroni enormi, come i colleghi dell’altra band in seconda serata. Ma la provincia friulana ha mille sfumature noiose, poco professionali, che per fortuna vengono totalmente spazzate via dall’entusiasmo del pubblico, degli amici presenti, dalle decine di complimenti ricevuti dopo la performance, dai sorrisi del Viet il quale durante l’assolo di chitarra appoggia il piede sulla spia come un vero Rocker, da Tommy che macina decine di giri funky con il basso, da Lucia che sculetta a tempo su un break di piatti dimezzando le mie responsabilità di battero, da Ale che canta come un usignolo in assetto Ricky Cunningham, dal concerto di Giovanni assolutamente impeccabile, e da tutte le ore passate in seconda serata nel parcheggio, a sparare racconti, ordinare ricordi, bere e abbracciarsi.